«SUPERCARCERE» DI ASCOLI PICENO. CASA CIRCONDARIALE DI MARINO DEL TRONTO (IL) - EVANGELISTA ISMAELA; CASTELLETTI DAVIDE A.

«SUPERCARCERE» DI ASCOLI PICENO. CASA CIRCONDARIALE DI MARINO DEL TRONTO (IL)

EVANGELISTA ISMAELA; CASTELLETTI DAVIDE A.

LIBRATI

15,00
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Dettagli

  • Data di pubblicazione: 01/12/06
  • Prezzo di listino: 15,00
  • Disponibilità: Disponibile in libreria
  • ISBN: 9788887691412

Quarta di copertina

Spesso l’opinione pubblica si accorge della presenza incombente e scomoda del carcere e della sua drammatica realtà solo quando è causa di notizie stravaganti e/o stravolgenti messe in prima pagina sui giornali e presentate dai mass media. Da essi si entra in contatto con termini quali criminalità, reato, pericolo, paura, emergenza, prigione, colpa, pena, delinquenza, espiazione, responsabilità, misure di sicurezza; subito, tutti diventano giudici e accusatori, aguzzini e vittime di una coscienza troppo spesso condizionata da rivendicazioni esasperate di giustizia. Di fronte a “persone” (ci sono forti dubbi che il termine sia quello appropriato) che sequestrano un bambino di 18 mesi e lo uccidono, si scatenano inevitabilmente reazioni durissime. “Bisogna ficcare in galera quelle persone e tenercele, soprattutto tenercele! Devono restare dentro, non devono trovare leggi che consentano la loro fuoriuscita!”. Sono parole che chiunque ha certamente udito (o pronunciato) almeno una volta al bar, dal parrucchiere, in tram, dal panettiere, in fila all’ufficio postale, in sala d’attesa dal medico, in pizzeria il sabato sera e nei vari luoghi in cui si vive la quotidianità, parole che vanno a costituire un discorso tanto elementare da rasentare la banalità. Da questo discorso poi tutto rimane fermo. Il Primo Capitolo del presente lavoro analizza l’istituzione carceraria col fine di far comprendere come è cambiata nel corso dei secoli e quali sono le basi della sua esistenza, inoltre, tende ad avvicinare il lettore al termine “rieducazione”, concetto che ritroverà moltissime volte tra le pagine. Nel Secondo Capitolo si focalizza l’attenzione al contesto ascolano, con una panoramica storica che va dalla struttura “vecchia”, il “Forte Malatesta”, a quella nuova, il “Supercarcere” di Marino del Tronto, istituto che negli anni ha ospitato anche detenuti “illustri”. Non può mancare la considerazione del trattamento detentivo intramurario, argomento chiave del Terzo Capitolo. Nel Quarto Capitolo si parla ampiamente di chi indossa la divisa: si prende in considerazione il Corpo di Polizia Penitenziaria, la particolare relazione che intercorre tra l’agente e il detenuto ed infine una sindrome non conosciuta “teoricamente” ma praticamente molto diffusa: il burnout, ossia lo stress lavorativo di cui è a rischio tale particolare e delicata professione. In seguito, si entra all’interno delle mura carcerarie per analizzare la detenzione e la popolazione carceraria, fino a dare la parola a chi nel carcere vive (e sopravvive), un detenuto, “attore” del Quinto Capitolo, con il quale abbiamo eseguito un’intervista informale non strutturata. Infine, si è ritenuto interessante inserire nel Sesto Capitolo l’esperienza di alcuni studenti di una scuola della provincia ascolana che hanno varcato i cancelli dell’istituto per entrare in contatto con una realtà che spesso viene considerata completamente staccata da quella in cui tutti vivono quotidianamente. Il testo è arricchito